L’EX CASA DEL CUSTODE DI VILLA LANFRANCHI. UNA PROPOSTA DI CONSERVAZIONE E VALORIZZAZIONE.
L’ex casa del custode di villa Lanfranchi.
Una proposta di conservazione e valorizzazione
mostra didattica online
Introduzione
Da alcuni anni, in virtù di una convenzione di collaborazione didattico-scientifica che ha per oggetto studi finalizzati alla conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-architettonico di Palazzolo sull’Oglio, gli allievi del corso di Restauro Architettonico del Dipartimento di Ingegneria Civile, Architettura, Territorio, Ambiente e di Matematica (DICATAM) dell’Università degli Studi di Brescia hanno l’opportunità di cimentarsi in progetti di conservazione e riuso applicati ad alcuni edifici storici palazzolesi di proprietà comunale.

Negli anni 2017-2019 l’oggetto degli approfondimenti di studenti e laureandi è stata la Rocha Magna, indagata attraverso indagini che hanno riguardato la sua evoluzione storica, le sue caratteristiche materiche e i processi di degrado, finalizzate alla proposta di interventi di conservazione, riuso e valorizzazione, ai quali è stata dedicata una mostra didattica, inaugurata il 19 maggio 2018 nell’ambito delle Giornate Nazionali dei Castelli 2018 e ospitata nell’edificio della Guarnigione in castello.
A partire dal 2019, gli approfondimenti si sono ampliati anche al patrimonio otto-novecentesco palazzolese, e in particolare alla ex casa del custode di villa Lanfranchi, una delle tre ville (con le ville Kupfer e Niggeler, dimore di altrettanti industriali manufatturieri) che danno il nome all’omonimo parco pubblico che connette i tre principali edifici attraverso un’area verde attrezzata.
Costruito nel primo decennio del Novecento su progetto dell’architetto Eugenio Mollino (padre del più noto Carlo e progettista di importanti complessi ospedalieri, quali “Le Molinette” di Torino), il complesso di villa Lanfranchi è caratterizzato dalla residenza padronale e dalla ex casa del custode. Quest’ultima si configura come un edificio residenziale di limitate dimensioni, che si sviluppa su due piani collegati da una scala interna che disimpegna la zona giorno (al piano terra) e la zona notte (al piano superiore), dotato di autorimessa e soprastante terrazza che affaccia verso il giardino della villa. Esternamente è caratterizzata dal singolare angolo tagliato in diagonale nel quale si inserisce l’ingresso coronato da un balconcino in graniglia di cemento, che riecheggia i motivi lineari della cancellata. Le superfici esterne riprendono, semplificando, i motivi decorativi lineari della villa, mentre il fregio graffito sottogronda ricorda motivi liberty.
Nell’anno accademico 2019-2020 gli studenti Alice Boroni, Roberto Carollo, Luca Cattaneo, Michela Mensi e Gabriele Uberti si sono esercitati nello studio e nel rilievo dell’edificio, nell’analisi delle sue caratteristiche materiche e di degrado, sviluppando in seguito – oltre che ipotesi per la conservazione di strutture e materiali – proposte per il riuso e la valorizzazione degli spazi attraverso l’individuazione di una nuova destinazione d’uso pubblica capace di coniugare le caratteristiche spaziali e materiche dell’edificio con le esigenze di potenziamento dell’offerta culturale palazzolese, che questa mostra didattica virtuale vuole presentare.
Prof.ssa Arch. Carlotta Coccoli
Arch. Stefano Barbò
Università degli Studi di Brescia, febbraio 2021
Schede
![]() |
Le aree esterne: un nuovo orto botanico |
Alice Boroni, Roberto Carollo, Luca Cattaneo, Michela Mensi e Gabriele Uberti
Università degli Studi di Brescia