PILLOLE D’ARCHIVIO: IL PEDAGGIO SUL FIUME OGLIO
Probabilmente molti ricordano l’assai famosa scena con Benigni e Troisi in quel capolavoro che è “Non ci resta che piangere” dove i due malcapitati si imbattono nell’implacabile doganiere che intima: “Chi siete? Cosa fate? Cosa portate? Sì, ma quanti siete? Un fiorino!”, a prescindere da qualsiasi risposta.
Con un po’ di fantasia, nulla vieta di pensare che anche a Palazzolo sull’Oglio, ancora alla fine del Settecento, si potesse assistere a una simile scena quando si attraversava il ponte in pietra sul fiume Oglio (o ponte romano).
È noto come fin dall’epoca romana, così come nel medioevo e ancora in seguito, in determinati punti delle vie di comunicazione terrestre o al passaggio di un fiume si esigevano dei pedaggi su tutte le persone o le mercanzie che vi transitavano. In essi si è voluto vedere una specie di tassa che avesse per corrispettivo un servizio reso da chi li riscuoteva, come la manutenzione di strade e ponti o la protezione assicurata ai mercanti che transitavano. Tuttavia, di regola, il pedaggio è da ritenersi più come un attributo della sovranità, ovvero del diritto di qualcuno – un sovrano, un signore, un comune – di poter imporre un tributo.
L’affermazione dei comuni cittadini nel corso del medioevo e la formazione dei maggiori stati territoriali riuscirono a ridurre il numero dei pedaggi presenti sul territorio, ma molti di essi sopravvissero fino al XVIII secolo.
È questo il caso del pedaggio sul ponte in pietra di Palazzolo sull’Oglio, attestato da un bel documento conservato nell’archivio storico del comune. Dalla sua lettura si apprende come, ancora nel 1799, l’Imperial Regia Congregazione Delegata di Brescia fissava la tariffa da pagare per l’attraversamento del ponte. Interessanti, oltre alle categorie paganti, elencate nel dettaglio, le categorie esenti, tra cui si annoverano gli ufficiali, ambasciatori e servitori dell’Imperatore, ma anche i frati mendicanti e quelli del comune di Grumello per via di una convenzione con la comunità di Palazzolo.
Un ultimo esempio di quell’antico sistema doganale che, a partire dai primi decenni dell’Ottocento, una politica più decisamente unitaria portò alla quasi completa scomparsa.

